Menu Chiudi

03/01/2018

 

Crisi USA-Corea del Nord: il ruolo di Russia e Cina

di Gabriele Ferrara

 

“Io non so come sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma posso dirvi che cosa useranno nella quarta: pietre!”[1], diceva Albert Einstein a proposito di un eventuale conflitto mondiale dopo quello avvenuto tra il 1939 e il 1945, che complessivamente causò circa 71 milioni di morti[2]. I costi umani, e non solo, che potrebbe causare una nuova guerra di proporzioni globali sarebbero difficilmente calcolabili. In tal senso, è interessante notare anche che le guerre combattute tra il 1900 e il 1995 hanno causato direttamente 110 milioni di morti, corrispondenti al 4,4% della popolazione del secolo[3].
Eppure Kim Jong Un sembrerebbe non curarsi di questi dati, con una politica estera sempre più aggressiva e volta a imporre la propria potenza nucleare, soprattutto sugli Stati Uniti. Le dichiarazioni minacciose che si sono susseguite nel corso del 2017 sono state moltissime, con il presidente degli USA Donald Trump che non ha mai voluto cedere da questo punto di vista.

 

Per comprendere le ragioni del comportamento di Pyongyang occorre però andare indietro nel tempo, almeno fino agli anni Novanta. In quel periodo cadde l’URSS e la Russia si rivelò subito incapace di proteggere la Corea del Nord, verso cui Corea del Sud e Giappone erano ostili; la Cina, da parte sua, era impegnata in questioni più importanti. Così la Corea del Nord si ritrovò isolata, gli Stati Uniti avevano la possibilità di rovesciare un regime antidemocratico che non approvavano. Per sopravvivere, il Paese aveva bisogno di evitare che ciò accadesse. Per farlo attuò una strategia complessa e per certi versi controversa, che Milton Friedman chiama la posizione “feroce, debole e folle”[4]. Per attuare la propria strategia la Corea del Nord decise di concentrare la propria artiglieria sulla Corea del Sud e di implementare un programma nucleare ambizioso, riuscendo però a dare l’impressione di essere sull’orlo del collasso e a porsi come uno stato “pazzo”. Questo ha fatto sì che le potenze mondiali evitassero il più possibile di avere a che fare con la Corea del Nord, con la corsa agli armamenti che appariva così come un tentativo inutile, quasi un capriccio, di far fronte ai loro dissesti economici. Andando avanti, però, la Corea del Nord ha potuto implementare il proprio programma nucleare, usandolo come mezzo per negoziare con le grandi potenze mondiali.

In questo periodo il ruolo di mediazione svolto da Russia e Cina per smorzare i toni della disputa è stato è stato estremamente importante. Per evitare una terribile guerra nucleare, infatti, Mosca e Pechino hanno promosso il dialogo multilaterale, riprendendo i Colloqui a 6 – precedentemente interrotti a partire dal 2009 – e facendo sospendere le esercitazioni militari di USA e Corea del Sud, che hanno contribuito all’aumento delle tensioni internazionali e delle probabilità di una guerra nella penisola coreana [5].

In questo senso, lo scorso 26 dicembre il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov ha ribadito al Segretario di Stato Rex Tillerson la volontà di Mosca di mediare tra USA e Corea del Nord, nonostante abbia chiarito come il comportamento degli Stati Uniti sia stato “inammissibile”[6], innalzando la tensione internazionale a livelli elevatissimi. Tuttavia, entrambi si sono detti decisi a intraprendere quanto prima una negoziazione per risolvere la crisi.  Dal punto di vista degli americani, sarà la Corea del Nord a dover compiere il primo passo: “La Corea del Nord avrà l’onere di intraprendere azioni sincere e significative verso la denuclearizzazione e di astenersi da ulteriori provocazioni”, ha dichiarato Michael Cavey, portavoce del Dipartimento di Stato, ai giornalisti della Reuters [7].

La Russia, così come la Cina, ha sostenuto le ultime sanzioni contro la Corea proposte dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, incluse quelle annunciate lo scorso 22 dicembre, che restringono non poco la vendita di petrolio nei confronti della nazione guidata da Kim Jong Un. In particolare, le esportazioni di petrolio raffinato sono state ridotte del 90%, per un massimo di 500.000 barili all’anno, mentre la vendita di greggio non potrà superare i quattro milioni di barili. Il Consiglio, poi, ha annunciato che ci saranno ulteriori restrizioni qualora la Corea del Nord dovesse proseguire nel lancio dei suoi missili balistici a lungo raggio e nei suoi test nucleari. La reazione di Kim Jong-un non si è fatta attendere, definendo queste misure “un atto di guerra” [8].

 

L’avvicinamento tra Mosca e Washington va in controtendenza con molti degli accadimenti degli ultimi mesi, accantonando l’ipotesi propugnata lo scorso novembre da Hazwan Al-wuz, ministro dell’istruzione della Siria, che ha proposto alla Russia, all’Iran e ai membri del Brics di allearsi per opporsi agli States: “La mia proposta è che tutti i Paesi debbano unirsi, Russia, Iran, Siria ed i membri dei Brics, per fare fronte comune ed opporsi agli Stati Uniti, che ostacolano i popoli della Crimea e del Medio Oriente. Quando questi Paesi saranno alleati, le loro voci saranno ascoltate e potranno vivere normalmente”, ha detto Al-wuz a RIA Novosti [9]. Peraltro, Putin ha deciso di non prendere posizioni particolari in merito alla decisione della Casa Bianca di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. Questa scelta infatti non sembra aver toccato troppo la Federazione, che ha contatti stretti con Israele – partner commerciale non secondario -, a differenza dei palestinesi, che non hanno molto da offrire alla Russia per avere la sua protezione

D’altra parte, la vera preoccupazione della Russia non sembra essere quella di intraprendere una partnership con gli Stati Uniti, quanto quella di evitare un conflitto che, secondo l’ambasciatore per incarichi speciali del ministero degli Esteri russo, Oleg Burmistrov, potrebbe iniziare casualmente: “A questo proposito, la guerra potrebbe iniziare anche in seguito a eventi casuali, innescando il conflitto militare con una reazione a catena” [10].

Affinché ciò non accada sarà cruciale anche il ruolo della Cina, a cui già alla fine di novembre gli Stati Uniti avevano chiesto di chiudere le loro relazioni con la Corea del Nord. Pechino ha risposto con prontezza, modificando sensibilmente i propri rapporti commerciali con lo stato nordcoreano. Secondo i dati provenienti dalle dogane cinesi, proprio nel corso del penultimo mese del 2017 la Cina non ha esportato alcun prodotto petrolifero in Corea del Nord. In questo stesso periodo, la Cina non ha importato dalla Repubblica Popolare minerali di ferro, carbone e piombo. Ad ogni modo, Pechino continua a passare a Pyongyang ben 520.000 tonnellate di greggio all’anno tramite un antico oleodotto, senza contare quello che la Corea del Nord continua a ricevere dalla stessa Russia. Dopo esserne venuto a conoscenza, Trump ha manifestato la propria delusione con un tweet: “Colti in flagrante. Sono molto deluso che la Cina stia permettendo che il petrolio arrivi in Corea del Nord. Se questo continuerà, non si arriverà mai ad una soluzione amichevole” [11]. Ad ogni modo, nel corso dell’anno i rapporti commerciali tra Corea e Cina si sono raffreddati anche in altri settori, come dimostra la diminuzione delle esportazioni di granoturco cinese dell’82% rispetto a dodici mesi fa, così come quelle di riso (calo del 62% in confronto al 2016) [12].

 

Tornando ai rapporti con gli States, la visita di Trump a Pechino ha posto le basi per la firma di quasi venti accordi tra le società cinesi e quelle americane per un valore di 9 miliardi di dollari, cercando così di rimediare allo squilibrio che vigeva in precedenza tra le imprese dei due Paesi [13]. In ogni caso, come specificato da Gabriele Battaglia, corrispondente da Pechino per Radio Popolare, la Cina ha una linea che non combacia con quella USA,  ritenendo che la Corea debba rimanere al suo posto con un’evoluzione graduale ed evitando guerre e distruzioni. I nuovi accordi sono significativi anche per un altro motivo: per la prima volta, infatti, le due potenze sono apparse alla pari, con la consapevolezza di poter coesistere pacificamente solo se rispetteranno i propri diversi sistemi politici. La Cina dunque può collaborare con gli USA su diversi dossier mondiali, ma sempre a proprio modo e agendo secondo i propri principi e criteri. La grande crescita della Cina non è passata inosservata agli occhi dei più esperti, come dimostrano tutte le sue operazioni di sharp power, volte a influenzare la politica interna di diversi stati dell’Asia e dell’Africa, ma non solo (si pensi all’Australia).

Ma il problema più grande che Trump, Putin e Xi devono affrontare adesso è un altro: evitare a tutti i costi la guerra con la Corea del Nord, che adesso è nella condizione di sedersi al tavolo delle trattative per la negoziazione più importante della sua storia.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA:

 

[1] A. Calaprice e T. Lipscombe, Albert Einstein: a biography, Greenwood Publishing Group, 2005, p. 124

[2] J. V. O’Brien, Dipartimento di Storia – John Jay College of Criminal Justice, New York, NY, USA

[3] M. Impagliazzo, Guerra e religione nel Novecento. Le guerre in un mondo globale (a cura di Tommaso Detti). Roma, Viella, 2017, pag. 277

[4] http://www.businessinsider.com/north-korea-preparing-for-negotiations-argues-friedman-2017-8?IR=T

[5] https://www.strategic-culture.org/news/2017/10/07/russia-china-right-north-korea.html

[6] http://www.repubblica.it/esteri/2017/12/27/news/la_russia_pronta_a_mediare_tra_usa_e_corea_del_nord-185287202/

[7] https://uk.reuters.com/article/uk-northkorea-missiles-usa/u-s-sanctions-north-korean-missile-experts-russia-offers-to-mediate-idUKKBN1EK1BW

[8]http://www.repubblica.it/esteri/2017/12/28/news/usa_trump_no_soluzione_amichevole_con_corea_del_nord_se_cina_le_fornisce_petrolio-185388782/

[9] https://it.sputniknews.com/politica/201711085251713-Medio-Oriente-Crimea-geopolitica-diplomazia-Russia-Iran-Siria-Jalta/

[10] https://it.sputniknews.com/mondo/201712285455356-ministero-esteri-polveriera-corea-penisola/

[11] https://twitter.com/realDonaldTrump/status/946416486054285314

[12] https://uk.reuters.com/article/uk-northkorea-missiles-usa/u-s-sanctions-north-korean-missile-experts-russia-offers-to-mediate-idUKKBN1EK1BW

[13] http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2017-11-08/trump-xi-tagliare-relazioni-finanziarie-pyongyang-085907.shtml?uuid=AErDja6C

 

 

per scaricare il pdf:russia-usa-corea- cina