08/03/2018
IL NUOVO PROGRAMMA DI RIARMO NUCLEARE DEL PENTAGONO E LE SUE IMPLICAZIONI
di Gabriele Ferrara
Lo scorso 2 febbraio il Pentagono ha presentato la sua nuova “Nuclear Posture Review” (NPR). Con questo nuovo programma di riarmo nucleare, gli Stati Uniti hanno deciso di ampliare le dimensioni del loro arsenale, ma anche di migliorarne la qualità. Come affermato dal segretario alla Difesa Jim Mattis, le modifiche sono state implementate secondo una logica che tende a “vedere il mondo così com’è, non come vogliamo che sia”[1]. Nell’ottica del celeberrimo slogan “Make America great again”, l’amministrazione Trump ritiene che l’approccio di Obama sia stato troppo morbido, oltre che idealistico. L’ex presidente afro-americano, infatti, ha ridotto le capacità nucleari del suo paese, mentre stati come Russia, Corea del Nord, Cina e Iran hanno fatto diversamente. Come accaduto in altre occasioni, anche stavolta Trump ha mantenuto fede alle promesse fatte nel corso della campagna elettorale del 2016, in cui disse di voler implementare un programma tale da scoraggiare qualsiasi aggressione.
Il NPR prevede l’introduzione di bombe nucleari a basso potenziale, in grado di causare danni paragonabili a quelli delle bombe atomiche sganciate contro Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945. Per quanto riguarda il lungo periodo, invece, l’intenzione è quella di reintrodurre i missili da crociera lanciati da sottomarini nucleari, che con Obama erano stati rimossi, dopo che George H.W. Bush si era limitato a toglierli dallo schieramento.
Da un punto di vista geopolitico, il NPR ha almeno due obiettivi: proteggere il Giappone e la Corea del Sud dalle minacce di Pyongyang e mettere pressione alla Russia e disincentivarla a implementare la sua dottrina “escalation to de-escalate”. Secondo quest’ultima, un primo utilizzo del nucleare da parte di Mosca porterebbe a una capitolazione da parte dell’occidente. Così si vuole evitare un atteggiamento aggressivo da parte della Russia, nonostante gli USA sostengano che la sua strategia si basi su una convinzione erronea, dal momento che un loro attacco iniziale non sortirebbe gli effetti sperati. La necessità degli States di investire maggiormente nel proprio arsenale era stata sottolineata poche settimane fa da Paul Sharre, direttore del Programma tecnologico e di sicurezza nazionale del Centro di sicurezza americana, che aveva affermato: “Gli Stati Uniti sono inferiori alla Russia, che rispetto a loro investe di più nel miglioramento del proprio potenziale per attacchi di precisione a lungo raggio, e anche nel potenziamento dei sistemi di difesa aerea, mezzi e metodi di guerra elettronica” [2]. Per queste ragioni il budget del Pentagono per il 2018 è pari a 700 miliardi di dollari, ovvero circa il 3,6% del PIL statunitense, con un investimento a lungo termine che dovrebbe implicare 1,2 trilioni di dollari nei prossimi 30 anni. Per fare un confronto, quello del Ministero della Difesa russo non supererà i 46 milardi (2,8% del PIL), quello tedesco i 40 (1,1%), mentre in Francia non si andrà oltre i 60 (2,3%) [3].
Alla fine del 2017 il Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, aveva dichiarato all’agenzia russa Tass che Mosca non ha alcuna intenzione di attaccare qualcuno, né di fare alcun test [4]. Allo stesso tempo, però, a Washington non deve essere passato inosservato quanto detto in un’intervista rilasciata al giornale Stella Rossa dal vice ministro della difesa russo, Dmitry Bulkanov: “Dal 2012 al 2017 oltre 25.000 unità di nuovi corazzati e blindati e oltre 4000 moderni pezzi artiglieria lanciarazzi sono stati consegnati alle truppe, che hanno permesso alla Federazione Russa di diventare il paese con più corazzati, blindati e pezzi d’artiglieria lanciarazzi. Negli ultimi cinque anni sono stati adottati più di 80 modelli di mezzi hi-tech. Le imprese del complesso industriale di difesa, di riparazione e manutenzioni hanno portato il livello di integrità dei mezzi al 98%” [5]. Allo stesso modo, non deve essergli sfuggito che il numero di postazioni missilistiche di terra, mare ed aria della Russia è aumentato di oltre 12 volte, mentre quello dei missili da crociera ad alta precisione è circa 30 volte maggiore rispetto al 2012 [6]. A tutto ciò gli Stati Uniti hanno voluto rispondere con i fatti di cui sopra, peraltro mantenendo un controllo importante del dispiegamento delle armi dell’esercito russo, come ha riferito lo scorso 10 febbraio Michelle Baldanza, portavoce del Pentagono [7].
Ma c’è molto di più, perché con la Legge sul contrasto dei nemici dell’America mediante le sanzioni (Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act), infatti, Washington ha recentemente pubblicato una lista di 210 funzionari di stato del massimo livello,inclusi il Primo Ministro e il Ministro degli Esteri, descritti in maniera estremamente negativa.
Secondo Paul Craig Roberts, economista di matrice liberal-conservatrice che nel 1981 lavorò nella Segreteria del Dipartimento del Tesoro sotto il primo governo Reagan, questa legge ha lo scopo di presentare la Russia come una minaccia militare per il mondo intero, ma anche di spostare l’attenzione dell’occidente dall’imminente pubblicazione del rapporto del Comitato di Intelligence della Camera dei Rappresentanti in merito all’inattendibilità del Russiagate [8].
La legge è stata votata all’unanimità (517 favorevoli e 5 contrari), anche se diverse fonti autorevoli, tra cui l’Economist, sostengono che Trump l’abbia firmata con più di un tentennamento. Al di là di questo, però, Roberts ritiene che, quando ci sono leggi votate con consensi così ampi, spesso bisogna associare questi episodi alle pressioni delle lobby israeliane. Perciò egli crede che dietro a tutto questo ci sia anche la richiesta alla Casa Bianca da parte di Israele di mettere pressione alla Russia, che finora ha impedito l’uso delle forze armate statunitensi da parte di Israele per destabilizzare la Siria e l’Iran.
Proprio in questo senso, è arrivata subito una risposta importante. Lo scorso 15 febbraio, infatti, Leonid Frolov, vice ambasciatore russo a Tel Aviv, ha rilasciato un’intervista importante al Times of Israel, in cui ha detto: “In caso di aggressione contro Israele, la Russia si schiererà al suo fianco. Molti dei nostri compatrioti vivono qui in Israele, che è un paese amico. Quindi non permetteremo alcuna aggressione contro Israele”[9].
A un mese dalle elezioni presidenziali russe e con quello di medio-termine statunitensi del prossimo novembre, i rapporti tra USA e Russia sono dunque sempre più complessi e di difficile lettura, con continui stravolgimenti e giochi di potere misteriosi.
Da capo di stato responsabile ed esperto qual è, Putin non ha mai risposto alle provocazioni statunitensi, almeno non ufficialmente. Intanto, però, la Russia sta intensificando il suo programma di aggiornamento del sistema di difesa missilistico (qui il video https://it.sputniknews.com/videoclub/201802125639961-video-lancio-prova-sistema-anti-missile/). Probabilmente la guerra non è alle porte, ma gli sviluppi che ci saranno nel corso dell’anno potrebbero risultare cruciali anche in questo senso.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA:
[1] https://www.washingtonpost.com/world/national-security/pentagon-unveils-new-nuclear-weapons-strategy-ending-obama-era-push-to-reduce-us-arsenal/2018/02/02/fd72ad34-0839-11e8-ae28-e370b74ea9a7_story.html?utm_term=.6a2ffb9ec808
[2] https://it.sputniknews.com/mondo/201802045609604-usa-sistema-difesa-russo-armi-alta-precisione-sistemi-difesa/
[3] http://economywatch.com/economic-statistics/year/2017/
[4] http://tass.com/defense/982575
[5] http://www.news.com.au/world/north-america/russia-military-power-report-reveals-what-us-is-really-worried-abou t/news-story/22e9bcafe14498db3e4f8a400bc4b645
[6] https://it.sputniknews.com/mondo/201711075251279-Russia-sicurezza-armamenti-difesa-tecnologia-militare-geopolitica-deterrenza/
[7] https://it.sputniknews.com/mondo/201802105634229-USA-Russia-Kaliningrad-sicurezza-difesa-geopolitica-Europa/
[8] https://www.paulcraigroberts.org/2018/01/30/washington-reaches-new-heights-insanity-kremlin-report/
[9] https://www.timesofisrael.com/russian-official-if-iran-attacks-israel-well-stand-with-you/
per scaricare il pdf: riarmo nucleare USA