ottobre 18, 2017
NARCOTRAFFICO- LE CONNESSIONI TRA CAMORRA E FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO
di Ilaria Stivala
In seguito ai sempre più soventi attentati terroristici e alla diffusione di cellule terroristiche che, nonostante continuino a richiamarsi alla tradizione e alla purezza, utilizzano tecnologie sempre più sofisticate ed efficaci per distruggere città ed uccidere coloro che considerano “infedeli”, i governi di tutto il mondo sono alla ricerca di una soluzione che possa garantirgli maggiore sicurezza. È con questo obiettivo che negli ultimi mesi si sono riuniti in diverse consultazioni elaborando accordi di cooperazione e convenzioni in vista di avere una base legislativa per intervenire, anche militarmente, contro i responsabili di questi crimini. La prima domanda a cui essi dovranno rispondere per far fronte all’emergenza in modo efficace e duraturo sembra essere la seguente: da dove/ chi derivano i finanziamenti? Una domanda che potrebbe sembrare scontata e la cui risposta ad uno primo sguardo può sembrare semplice, ma che in realtà nasconde un sottofondo più complesso via via che si cerca di indagare in modo approfondito.
È risaputo che una delle maggiori fonti di finanziamento per i gruppi terroristici sono quelli derivanti dalle risorse petrolifere presenti nelle regioni da essi controllate, un esempio particolarmente lampante potrebbe essere quello dello Stato Islamico in Siria, ma anche quello di Boko Haram in Nigeria; altre possibili fonti di introito potrebbero essere quelle derivanti dal traffico di umani, di opere d’arte o dal sostegno da parte di sostenitori e affiliati provenienti da ogni parte del mondo, i quali spesso oltre a un sostegno finanziario forniscono anche un appoggio logistico di cui il gruppo si può servire come base per il reclutamento di proseliti o per la preparazione di un attentato. Un’altra delle fonti di finanziamento delle cellule terroristiche, che però spesso viene sottovalutata, è quella derivante dal narcotraffico. Il legame tra droga e terrorismo è stato più volte dimostrato dalle indagini: è il caso delle Farc (Forze armate di rivoluzionarie della Colombia) che per sostenere il lungo conflitto contro le forze governative del loro Paese smerciano droga non solo all’interno del continente americano, ma anche oltreoceano, talvolta persino collaborando con altri gruppi terroristici o con la criminalità organizzata[1]. Se si cerca di indagare dettagliatamente sul finanziamento dei gruppi terroristici bisognerebbe quindi prendere in considerazione queste ipotesi e indagare anche sulle connessioni criminalità organizzata- cellule terroristiche. Non a caso recentemente il procuratore nazionale antimafia e terrorismo, Franco Roberti, presentando la relazione annuale della Direzione nazionale antimafia (Dna) ha aggiunto anche delle considerazioni in materia di antiterrorismo definendo lo Stato Islamico come un’organizzazione mafiosa transnazionale che si serve del narcotraffico, del traffico di esseri umani, di opere d’arte e delle reti mafiose e camorristiche italiane per perseguire i suoi obiettivi di penetrazione nel territorio, corruzione e riciclaggio[2].
L’Italia grazie alla sua posizione geografica risulta essere uno dei Paesi privilegiati dai migranti, per questo si trova ad affrontare diversi problemi relativi a temi come integrazione, abitazione, etc., ma il problema maggiore negli ultimi mesi sembra essere legato alla possibilità che tra le persone che si recano nel Paese per sfuggire a povertà e guerra ci sia anche chi persegue obiettivi criminali legati ad organizzazioni o a gruppi terroristici. Da anni le evidenze giudiziarie hanno dimostrato l’esistenza di pericolosi collegamenti tra i clan della camorra campana e le organizzazioni terroristiche della jihad islamica, sembra infatti che da Napoli, crocevia dei traffici, siano passati la maggior parte dei traffici di stupefacenti che collegavano organizzazioni terroristiche come Al Qaeda, Boko Haram e che presumibilmente attualmente se ne serva anche lo Stato Islamico.
FONTE: https://www.linkedin.com/pulse/litalia-e-la-ndrangheta-quel-traffico-di-droga-che-balestrieri
Dal 2001 ad oggi, ovvero da quando è iniziata la “guerra globale al terrore”, delle oltre 200 persone arrestate in Italia con l’accusa di terrorismo, una buona parte avevano importanti collegamenti con la criminalità organizzata di Napoli. A tal proposito le operazioni congiunte effettuate a partire dal 2004 tra Spagna e Italia e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno fatto emergere che nel corso degli anni, in più di una circostanza, il maggior flusso di denaro in favore dei narcotrafficanti marocchini, alcuni dei quali ritenuti collegati ad Al Qaeda, proveniva proprio dalla camorra napoletana, che da tempo aveva stabilito le sue basi nel sud della penisola iberica, favorendo un’unione tra narcos sudamericani e criminalità mediterranea, ma anche aprendo una delle principali porte di accesso in Europa della droga proveniente dall’Africa e dall’America Latina[3]. I fattori che favoriscono una volontà di collaborazione delle organizzazioni criminali con i gruppi terroristici potrebbero essere quelli di usufruire delle capacità e tecnologie militari a disposizione di questi ultimi per proteggere i traffici illegali, inoltre la destabilizzazione delle strutture politiche ed economiche derivanti da possibili attacchi potrebbe favorire un ambiente più favorevole all’insediamento delle attività criminali e allo stesso tempo distogliere l’attenzione della polizia dalle loro azioni mentre si concentrano a contrastare la minaccia terroristica. È diventato sempre più difficile distinguere chiaramente i gruppi terroristici dalle comuni organizzazioni criminali perché le loro strategie tendono sempre più a sovrapporsi: non solo le organizzazioni dei narcotrafficanti assicurano ai primi “servizi” logistici essenziali, come il transito della “merce” sui territori controllati, la falsificazione dei documenti e la corruzione del personale addetto ai controlli, ma in alcuni casi, abbandonata l’iniziale ideologia rivoluzionaria, tali gruppi diventano veri e propri cartelli del narcotraffico per assicurarsi di avere sempre a disposizione adeguate risorse finanziarie[4].
A dare ancora una maggiore forza a queste considerazioni è l’allarme che recentemente è stato lanciato dal Centro per l’Analisi delle Operazioni marittime di Lisbona secondo cui il terrorismo approfitta del fatto che «il traffico marittimo in Europa non è controllato»: nel solo Mediterraneo migliaia di navi transitano mensilmente senza sottoporsi ai regolari accertamenti doganali e molte di esse risultano provenienti da, o dirette verso aree controllate da gruppi affiliati all’Isis, dunque al loro interno è possibile ci sia materiale bellico o sostanze stupefacenti[5]. Il problema del cosiddetto “narcoterrorismo” sembra essere un problema sempre più rilevante nello scenario internazionale che lega gli interessi della criminalità organizzata a quelli dei terroristi, facendo aumentare non solo il numero delle estorsioni, degli omicidi e dei furti, ma anche il riciclaggio di denaro, il traffico di droghe, di esseri umani, di armi e altri pericolosi materiali potenzialmente letali. Organizzazioni criminali e gruppi terroristici servendosi della maggiore permeabilità dei confini, dovuta sia all’incapacità di controllo da parte di alcuni Stati sia all’aumento degli accordi di libero movimento tra i cittadini, della liberalizzazione economica, della tecnologia e delle migrazioni riescono così a penetrare nei territori indebolendo le strutture statali esistenti.
In conclusione è evidente che la collaborazione tra i due enfatizza da una parte il livello di allarme, aumentandolo, dall’altra il bisogno di innalzare il livello di coordinamento a livello statale e internazionale al fine di rafforzare la risposta alle sfide e minacce che vengono poste alla sicurezza.
[1] http://www.limesonline.com/il-narcotraffico-internazionale-e-il-bancomat-privilegiato-dai-terroristi/84162
[2] http://www.infiltrato.it/inchieste/rapporti-camorra-isis/
[3] http://www.agoravox.it/I-collegamenti-tra-camorra-e-jihad.html
[4] http://www.limesonline.com/il-narcotraffico-internazionale-e-il-bancomat-privilegiato-dai-terroristi/84162
[5] http://www.lastampa.it/2016/02/10/esteri/quel-traffico-di-droga-dimenticato-che-finanzia-il-terrorismo-nel-mondo-uTtjxsHXbpIwfi2ZGjgYQN/pagina.html
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