di Gabriele Ferrara
La riunione ad Hanoi tra il presidente statunitense Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-Un tenutasi tra lo scorso 28 febbraio e il 1 marzo si è conclusa con un nulla di fatto. Nel secondo giorno di colloqui, infatti, i due leader se ne sono andati senza rilasciare dichiarazioni congiunte, ma dando versioni leggermente diverse su quanto accaduto.
I negoziati sono falliti a causa del disaccordo tra i due Paesi sul tema delle sanzioni, rinnovate per l’ultima volta dal Consiglio di sicurezza dell’Onu nell’estate 2017 per danneggiare fortemente l’export nordcoreano. In particolare, sono stati colpiti i settori del carbone, ferro, piombo e dei prodotti ittici, beni di lusso, commercio di armi, attrezzatura militare, tecnologia a duplice uso (quella che può essere usata sia per scopi di guerra che di pace), senza dimenticare il divieto di importazione di petrolio (di solito ne arrivavano 850.000 tonnellate all’anno, di cui 500.000 dalla Cina)[1].
La ratio è sempre stata
chiara: indurre Pyongyang alla denuclearizzazione. D’altra parte, queste stesse
sanzioni hanno avuto un’efficacia parziale, dovuta soprattutto alla loro
mancata applicazione da parte di alcuni Paesi (si pensi ai rapporti tra Cina e
Corea del Nord). Inoltre, le armi nucleari costituiscono l’unico elemento a
disposizione del regime guidato da Kim Jong-Un per garantirsi un peso
geopolitico, anche in considerazione delle basi americane presenti in sei aree
diverse della Corea del Sud, per un contingente totale di circa 23.000 uomini
(considerando i territori oltreoceano, solo in Germania gli statunitensi garantiscono
una presenza maggiore)[2].
Tornando indietro nel tempo, occorre ricordare che nel 1985 la Corea del Nord
aveva firmato il Trattato di non proliferazione nucleare, salvo poi recedere
dallo stesso nel 2003, dopo il fallimento di numerosi negoziati nel corso degli
anni Novanta. Inoltre, come riporta il Council of Foreign Relations, “gli Stati Uniti hanno parzialmente eliminato
le sanzioni sulla Corea del Nord in cambio di una promessa di congelamento del
programma nucleare e di smantellamento di alcune parti delle sue strutture. Comunque,
Pyongyang si è più volta tirata indietro davanti ai suoi impegni”[3].
Nel 2017 le relazioni tra i due Paesi hanno raggiunto il massimo livello di tensione, sia a causa delle diverse dichiarazioni dai toni durissimi dei due capi di Stato, sia perché il 28 novembre venne lanciato un vettore intercontinentale potenzialmente in grado di raggiungere gli Stati Uniti [4] (senza dimenticare l’arma termonucleare testata in passato, in grado di sprigionare una potenza dieci volte superiore alle bombe sganciate nell’agosto 1945 a Hiroshima e Nagasaki). Ciò nonostante, i rapporti tra Stati Uniti e Corea del Nord sono migliorati all’inizio del 2018, per poi arrivare al summit di Singapore tenutosi nel giugno dello stesso anno. Questo è potuto succedere anche perché nello stesso periodo si sono sbloccate anche le relazioni tra Corea del Nord e Corea del Sud, storicamente divise dal trentottesimo parallelo e in clima di perenne tensione dagli anni Cinquanta. Eppure, in occasione delle Olimpiadi invernali dell’anno scorso, i due Paesi hanno deciso di sfilare insieme, arrivando poi all’incontro tra i due capi di Stato avvenuto lo scorso 27 aprile presso il villaggio di Panmunjeom, che si trova lungo la Zona Smilitarizzata. Inoltre, alla fine dell’estate Kim Jong-un e Moon Jae-in hanno firmato a Pyongyang un accordo preliminare per ridurre le tensioni e prevenire gli incidenti lungo il confine [5].
Tornando al meeting di giugno tra USA e Corea del Nord, in seguito a questo importante evento Washington ha deciso di sospendere una serie di esercitazioni militari in Corea del Sud, anche se la dichiarazione congiunta di Singapore non aveva portato a nessun risultato concreto per la denuclearizzazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea. D’altro canto, la DPNK (Repubblica Popolare Democratica di Corea) aveva offerto di chiudere la propria installazione nucleare di Yongbyon in cambio di una parziale cancellazione delle sanzioni. In questo quadro, occorre comunque ricordare che Trump in quest’occasione aveva parlato di una “totale cancellazione delle sanzioni”, salvo poi essere smentito dal ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong Ho[6]. Tuttavia, la proposta nordcoreana era stata ritenuta insufficiente dagli Stati Uniti, che avevano chiesto la chiusura di altri siti nucleari oltre a quello di Yongbyon. Questo centro rappresenta la principale infrastruttura nucleare del Paese asiatico, situata a soli 100 chilometri dalla capitale e in grado di fornire il materiale fissile per i primi sei test nucleari nordcoreani che hanno avuto luogo tra il 2006 e il 2017. Solo nel caso in cui questa struttura fosse stata chiusa, la Corea del Nord avrebbe acconsentito alla cancellazione delle sanzioni.
Il mancato accordo avrebbe dunque riguardato il numero di siti nucleari da chiudere e la scelta del Paese che avrebbe dovuto fare la prima mossa. In ogni caso, il fallimento dei negoziati rappresenta un duro colpo per Trump, che già da tempo aveva deciso di affidarsi molto al proprio istinto senza fidarsi troppo degli esperti, approccio che sembrava aveva generato ottimismo nel suo entourage[7]. Allo stesso tempo, secondo Jeffrey Lewis, esperto di Corea del Nord e analista al Middlebury Institute of International Studies di Monterrey (California), Kim pensava che il successo dei test sulle armi termonucleari e sui missili intercontinentali di cui sopra avrebbe messo il tycoon in una posizione di debolezza. Kim sperava di smantellare qualche centrale nucleare – come aveva già iniziato a fare – senza però arrivare ad una completa denuclearizzazione[8]. Come già accaduto nella storia delle relazioni tra i due Stati, si è dunque creato uno scarto significativo in termini di aspettative nei confronti della controparte. È in parte il risultato delle politiche adottate negli ultimi anni dagli Stati Uniti, tra cui la scelta della precedente amministrazione Obama di ridurre gli investimenti per comprendere il funzionamento interno del regime di Kim Jong-un. Dall’altro lato, gli USA sono di fronte alle conseguenze di una scelta precisa fatta da Trump: puntare su un rapporto personale e diretto tra lui e Kim, andando oltre le procedure della diplomazia tradizionale. Sfortunatamente per Washington, però, la richiesta statunitense della completa denuclearizzazione in cambio di promesse più o meno vaghe si è rivelata una strategia che lo stesso Lewis definisce “una fantasia più adatta ad un film d’azione che alla realtà delle negoziazioni internazionali”.[9]
Questa frase appare ancora più pertinente alla luce di quanto emerso lo scorso 29 marzo, quando l’agenzia di stampa Reuters è entrata in possesso di un documento in cui si certifica il fatto che, durante il summit di Hanoi del 28 febbraio, il capo della Casa Bianca abbia presentato presso l’hotel Metropole un paper alla controparte sia in inglese che in coreano, in cui si facevano richieste abbastanza nette in merito alla denuclearizzazione [10]. Stando alla fonte anonima di Reuters, si è trattata della prima volta in cui Trump ha esplicitato personalmente le richieste statunitensi in termini di denuclearizzazione. Successivamente, come è noto, il pranzo tra i due capi di Stato è stato cancellato. Il primo riferimento al paper è stato fatto due giorni dopo l’incontro in Vietnam da parte del consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton in diretta televisiva. L’idea di fondo era applicare al caso nordcoreano il “modello Libia”, che avrebbe implicato una denuclearizzazione “finale e completamente verificabile”, proprio come accadde con il Paese nordafricano nel 2004, quando era guidato dal dittatore Muammar Gheddafi[11]. Le richieste di Washington erano le seguenti: 1) cessione delle armi nucleari e del combustibile per le bombe; 2) dichiarazione di tutto il programma nucleare di Pyongyang e accesso totale consentito agli ispettori americani e internazionali; 3) eliminazione di tutte le infrastrutture nucleari; 4) transizione da parte di tutti gli scienziati e tecnici nucleari verso attività commerciali [12].
Questa linea non solo era quella sposata fin dall’inizio da Bolton, ma aveva rischiato di far saltare l’incontro di Singapore, da cui Trump aveva preso le distanze (“Con la Libia era diverso, abbiamo decimato quel Paese”[13]). Le pretese di Bolton e Pompeo sono state definite dai nordcoreani “da gangster”. A questo riguardo, Jenny Town, un esperto della materia del think tank Stimson Center, ha detto: “Questo è quello che Bolton voleva fin dall’inizio. Se gli USA fossero stati seri nelle negoziazioni, avrebbero già imparato che questo non poteva essere l’approccio da avere. È stato già proposto in passato e non ha funzionato”[14].
Come se non bastasse, lo scorso 9 marzo alcune immagini satellitari hanno rivelato che la DPNK stava preparando il lancio di un missile nello spazio da prima del summit di Hanoi. Anche per questo motivo, secondo quanto riportato dal Washington Post, starebbero emergendo sempre più malumori all’interno dell’amministrazione Trump[15]. A questo punto, non è chiaro come agiranno in futuro le due potenze.
Così come Town, anche Lewis è molto critico nei
confronti dell’atteggiamento degli States: “Ogni
volta che gli USA si sono mossi, molte persone a Washington hanno promesso che
la pazienza e la pressione avrebbero prodotto un accordo migliore di uno
dissipato. E ogni volta si sono sbagliati”. L’analista paragona questa
condotta a quella di uno scommettitore che si indebita al posto di azzerare le
perdite e ammettere che Pyongyang ha la bomba. Secondo Lewis, però, questa
ammissione è vista come un taboo per la Casa Bianca, A suo parere, il
motivo sarebbe il seguente: “Non possiamo
ammettere di aver fallito perché questo non implicherebbe semplicemente
cambiare strategia, ma ammettere di aver sbagliato”[16].
A questo punto, forse, l’idea imperialista americana, basata tanto
sull’influenza economica quanto su quella militare – due componenti presenti,
seppur in misura diversa, anche nella questione coreana – è arrivata a un punto
di non ritorno.
BIBLIOGRAFIA
[1] Albert E., “What to know about sanctions on North Korea”, Council of foreign relations, 2019: https://www.cfr.org/backgrounder/what-know-about-sanctions-north-korea
[2] “U.S. Forces Korea, Areas and Installation”: https://www.usfk.mil/Organization/Installations/
[3] Albert E., “What to know about sanctions on North Korea”, Council of foreign relations, 2019: https://www.cfr.org/backgrounder/what-know-about-sanctions-north-korea
[4] Gabanelli M., “Nucleare e missili, così la Corea del Nord ha avvelenato terra e mare”, Il Corriere della Sera ,2018: https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/nucleare-missili-test-corea-nord-inquinamento-ambiente-kim-jong-un/fdca67ee-47c8-11e8-80f7-0314029e9b8f-va.shtml
[5] “Corea del Nord e Corea del Sud firmano accordo “per ridurre tensioni”, Il Corriere della Sera, 2018: https://www.corriere.it/esteri/18_settembre_19/corea-nord-corea-sud-firmano-accordo-per-ridurre-tensioni-7c8b7994-bbb7-11e8-995e-58e573c38369.shtml
[6] Zacchetti E., “Perché è fallito l’incontro tra Trump e Kim”, Il Post, 2019: https://www.ilpost.it/2019/03/01/perche-fallito-vertice-trump-kim-hanoi/
[7] Rucker P., Dawsey J., Paletta D., “Trump slams Fed chair, questions climate change and threatens to cancel Putin meeting in wide-ranging interview with The Post”, The Washington Post, 2018: https://www.washingtonpost.com/politics/trump-slams-fed-chair-questions-climate-change-and-threatens-to-cancel-putin-meeting-in-wide-ranging-interview-with-the-post/2018/11/27/4362fae8-f26c-11e8-aeea-b85fd44449f5_story.html?utm_term=.0b41a4b7b536
[8] Lewis J., “Opinion: Trump Just Walked Away From The Best North Korea Deal He’ll Ever Get” National Public Radio, 2019: https://www.npr.org/2019/03/01/698909173/opinion-trump-just-walked-away-from-the-best-north-korea-deal-hell-ever-get?t=1554053137272
[9] ibidem
[10] Wroughton L., Brunnstrom D., “Exclusive: with a piece of paper, Trump called on Kim to hand over nuclear weapons”, Reuters, 2019, https://uk.reuters.com/article/uk-northkorea-usa-document-exclusive/exclusive-with-a-piece-of-paper-trump-called-on-kim-to-hand-over-nuclear-weapons-idUKKCN1RA2NV
[11] ibidem
[12] ibidem
[13] Elliott J.K., “Why Trump can’t use the ‘Lybia model’ to oust Kim Jong Un”, Global News, 2019, https://globalnews.ca/news/4217770/libya-model-north-korea-kim-jong-un-muammar-gaddafi-denuclearization/
[14] Wroughton L., Brunnstrom D., “Exclusive: with a piece of paper, Trump called on Kim to hand over nuclear weapons”, Reuters, 2019, https://uk.reuters.com/article/uk-northkorea-usa-document-exclusive/exclusive-with-a-piece-of-paper-trump-called-on-kim-to-hand-over-nuclear-weapons-idUKKCN1RA2NV
[15] Denyer S., “Satellite images suggest North Korea planned space launch even before Hanoi”,Washington Post, 2019, https://www.washingtonpost.com/world/2019/03/09/satellite-images-suggest-north-korea-planned-space-launch-even-before-hanoi/?utm_term=.798e55d20b46
[16] Lewis J., “Opinion: Trump Just Walked Away From The Best North Korea Deal He’ll Ever Get” National Public Radio, 2019: https://www.npr.org/2019/03/01/698909173/opinion-trump-just-walked-away-from-the-best-north-korea-deal-hell-ever-get?t=1554053137272
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