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DAI “MONUMENTS MEN” AI CASCHI BLU DELLA CULTURA, LA TUTELA DELLE OPERE ARTE MINACCIATE DAL TERRORISMO JIHADISTA

di Costanza Rizzetto

Sarà una squadra di curatori, ricercatori, archeologi ed esperti d’arte quella che affiancherà i militari americani impegnati nei territori mediorientali, così come recentemente annunciato dal Pentagono che, insieme alla Smithsonian Institution di New York[1], si è impegnato a costituire una squadra di lavoro dedicata al recupero e alla conservazione del patrimonio culturale messo a repentaglio dai conflitti armati che ormai da decenni martoriano il Medio Oriente. Il team sarà formato da direttori museali, archivisti e archeologi facenti parte dell’esercito di riserva americano e risulterà operativo già dal marzo 2020. I membri della squadra seguiranno dei corsi di formazione in sede Smithsonian per poi partire alla volta del Medio Oriente, con l’obiettivo di assistere gli ufficiali dell’esercito nella progettazione di raid aerei e scontri sul campo, nell’ottica di evitare o ridurre quanto più possibile le conseguenze di tali attacchi sui siti culturali del territorio…

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[1] Per i dettagli dell’iniziativa, si veda D. RONZONI, “Gli Stati Uniti riportano in vita i Monuments Men: e li mandano a salvare le opere d’arte in Medioriente”, pubblicato in data 24 ottobre 2019 e disponibile al link https://www.linkiesta.it/it/article/2019/10/24/usa-monuments-men-medioriente/44068/.  

[2] DOMENICI, Contro la Bellezza. La Sfida per Salvare i Tesori dell’Artedalla Furia dell’ISIS, Sperling & Kupfer ed., 2015

[3] Nel 2003 i Buddha di Bamiyan sono stati inseriti nella lista dei beni culturali dell’umanità istituita dalla Convenzione UNESCO per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale, adottata a Parigi il 23 novembre 1972.

[4] Si veda F. FRANCIONI E F. LENZERINI, The Destruction of the Buddhas of Bamiyan and International Law, in European Journal of International Law, vol. 14, n. 4, 2003.

[5] MATTHIAE, Distruzioni, Saccheggi e Rinascite. Gli Attacchi al Patrimonio Artistico dall’Antichità all’ISIS, Mondadori Electa ed., Milano, 2015.

[6] La lista aggiornata è disponibile al sito UNESCO https://whc.unesco.org/en/list/, dove il patrimonio culturale viene suddiviso per paesi.

[7] Per la dichiarazione ufficiale dell’ISIS riguardo all’uccisione di Khaled al Asaad, si veda il link https://www.rivistastudio.com/archeologo-decapitato-palmira/.

[8] La distruzione dei mausolei di Timbuctu perpetrata dai jihadisti di Ansar Dine e in particolare da Al Faqi Al Mahdi è di particolare rilievo in quanto oggetto della prima condanna da parte della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra legati alla distruzione del patrimonio culturale. Tale sentenza costituisce una tappa cruciale nel percorso di progressivo riconoscimento dei diritti culturali portato avanti dalla comunità internazionale. Per il testo integrale della sentenza, si veda Corte penale internazionale, Trial Chamber VIII, Prosecutor v. Al-Mahdi, Judgment, ICC-01/12-01/15-171, 27 settembre 2016. Per il dibattito accademico sviluppatosi sul punto si vedano, tra gli altri, GREEN MARTINEZ, Destruction of Cultural Heritage in Northern Mali: a Crime against Humanity? in Journal of International Criminal Justice, vol. 13, issue 5, 2015; CARACCIOLO, Il Caso Al Mahdi: Responsabilità Penale Internazionale per Crimini di Guerra e Distruzione Intenzionale del Patrimonio Culturale, in Dialoghi con Ugo Villani, a cura di TRIGGIANI, CHERUBINI, INGRAVALLO, Cacucci editore, 2017; CASALY, Al Mahdi before the ICC. Cultural Property and World Heritage in International Criminal Law, in Journal of International Criminal Justice, vol. 14, 2016; GOVERNA, Il Caso Al-Mahdi innanzi alla Corte Penale Internazionale: la Sentenza di Condanna e l’Ordine di Riparazione, in Giurisprudenza Penale Web, n. 9, 2017; ROSSI, The Al-Mahdi Trial before the International Criminal Court: Attacks on Cultural Heritage between War Crimes and Crimes against Humanity, in Diritti Umani e Diritto Internazionale, vol. 11, n. 1, 2017.

[9] UN. Doc. S/RES/2347 (2017).

[10] La risoluzione è stata salutata come “provvedimento dalla portata storica” da parte delle massime autorità in ambito culturale, tra cui Irina Bokova e Audrey Azoulay, rispettivamente uscente e attualmente in carica Direttore Generale UNESCO.

[11] UNESCO 38 C/49, Reinforcement of UNESCO’s Action for the Protection of Culture and the Promotion of Cultural Pluralism in the event of Armed Conflict, UNESCO General Conference, 38° sessione. Parigi, 02 novembre 2015.

[12] Sul G7 della cultura si vedano First G7 Culture Meeting: ‘Culture as a Tool for Dialogue among Peoples’, News, #Unite4Heritage, 31 marzo 2017, disponibile a http://www.unite4heritage.org/en/news/g7-culture-2017; Ufficio

Stampa MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, G7 CULTURA, TERMINA LA DUE GIORNI DI FIRENZE. Franceschini: un Grande Successo Internazionale dell’Italia, Roma, 31 marzo 2017, disponibile a www.beniculturali.it/G/Culture.

[13] Memorandum of Understanding between the Government of the Italian Republic and the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization on the Italian National “Task Force in the framework of UNESCO’s Global Coalition Unite4Heritage” for initiatives in favor of Countries facing emergencies that may affect the protection and safeguarding of culture and the promotion of cultural pluralism. Roma, 16 febbraio 2016.

[14] Il Comando Carabinieri a Tutela del Patrimonio Culturale nasce negli anni Settanta e annovera tra i suoi interventi in materia di protezione culturale le esperienze di Kosovo e Iraq, oltre all’intervento del 2016 nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto.

[15] Si veda sul punto https://www.theartnewspaper.com/news/culture-the-glue-in-iraq-reconstruction?fbclid=IwAR3GL9VmizoE_zR1WYvj_Y7O35Y4FZI7MMaU4BMtmttF8vod0G66xNPPshM.

[16] “Le milizie sono presenti sul territorio e hanno delle competenze. La protezione del patrimonio culturale può certamente contribuire all’accettazione della presenza delle milizie stesse”, ha spiegato il generale Dominique Cambournac, responsabile della Delegazione al patrimonio delle milizie terrestri (Delpat). Sul punto, si veda https://www.lemonde.fr/afrique/article/2019/10/28/proteger-le-patrimoine-africain-une-mission-pour-les-militaires-francais_6017240_3212.html?utm_term=Autofeed&utm_medium=Social&utm_source=Facebook&sfns=mo#Echobox=1572287844.