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Comunicato stampa

Rivolgiamo un accorato appello ai giornalisti di tutto il mondo, ai pensatori e ai politici, affinchè si astengano, comunque e dovunque, dal diffondere messaggi (peggio ancora, vignette e descrizioni non documentate a sufficienza) offensivi, anche solo potenzialmente, delle libertà civili, politiche e religiose di ciascuno di noi. Ricordiamo che la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero, conquiste di civiltà e massima rappresentazione della democrazia, incontrano però il limite – così come ogni diritto fondamentale dell’individuo – del rispetto dell’ordine pubblico, del buon costume, dell’ordinato svolgimento della vita di ogni Popolo, della sicurezza delle Nazioni. Non si possono accettare MAI violenze e odii, anche quelle verbali.

Il Coordinamento di CRST

Roma, 1 novembre 2020

Prima di iniziare a fare alcune considerazioni sui terribili accadimenti terroristici cui ha assistito la Francia nelle sole ultime due settimane, ci sembra opportuno ricordare, in estrema sintesi, la loro successione:

16.10.2020 Decapitato un professore di storia e geografia, Samuel Paty, che nella settimana precedente aveva illustrato a scuola alcune immagini del giornale satirico Charlie Hebdo, oggetto di attentato nel 07.01.2015, discutendo il concetto di libertà di espressione. L’aggressore, un fanatico estremista e terrorista islamico russo di origini cecene di 18 anni, è stato colpito ed ucciso dalla polizia a Conflans-Sainte Honorine, nei pressi di Parigi. La polizia lo ha classificato come “attentato terroristico”.

29.10.2020 Un uomo, Ibrahim Issawi, entrato nella Cattedrale di Notre Dame a Nizza, ha ucciso, con un coltello, 3 persone (di cui una per decapitazione) e ferite altre decine. L’aggressore è stato colpito dalla polizia ed è ferito. Ora in custodia.

29.10.2020 In Arabia Saudita, più precisamente a Jeddah, un attentatore ha attaccato, con un coltello, una guardia all’ingresso del Consolato Francese. La guardia, purtroppo, è rimasta ferita. Sempre nello stesso giorno, un individuo ha aggredito degli agenti di polizia in strada nei pressi di Avignone con un’arma da fuoco, gridando “Allahu Akbar”; per difendersi, gli agenti hanno sparato all’uomo, uccidendolo. Nel tardo pomeriggio, a Lione, è stato arrestato un uomo di origini afghane che portava con sé un coltello. Un giovane è stato arrestato a Sartrouville, quartiere a nord di Parigi, dopo che il padre aveva allertato le Autorità. Il ragazzo si trovava nei pressi della chiesa di Saint Martin, e aveva minacciato di voler emulare l’attentato di Nizza. L’attentatore di Nizza si chiama Ibrahim Issawi ed ha 21 anni. Proviene da una famiglia modesta che vive in un quartiere popolare del Governatorato di Sfax, nella Tunisia centrale, ed è diventato religioso negli ultimi anni, secondo le dichiarazioni della sua famiglia. È arrivato in Francia un giorno prima dell’attacco, proveniente dall’Italia. Certamente è sorprendente la velocità del suo arrivo e dell’attuazione dell’attacco. La madre di Ibrahim, Qamar, ha detto: “Quando interruppe gli studi dall’istituto, lavorava in un’officina di riparazione di motociclette”. Ancora la madre, Qamar, menziona sia la sua enorme sorpresa per le azioni del figlio, sia il fatto che egli aveva “raccolto tra i 1100 e i 1.200 dinari tunisini (circa 400 euro) per mettere su un chiosco per vendere benzina”, cosa che fanno molti giovani della regione, traendo profitti da questi “progetti” illegali. Ha aggiunto: “Due anni e mezzo fa, ha iniziato a compiere la preghiera e a spostarsi solo tra il lavoro, la moschea e casa, senza socializzare con nessuno” del quartiere. “Prima beveva alcol e faceva uso di droghe … gli dicevo perché spendi i tuoi soldi quando ne abbiamo bisogno?”, e lui rispondeva: “Se Allah mi guida, mi guiderà verso la mia anima”. Ibrahim ha tentato più volte di immigrare illegalmente, fino a quando non ci è riuscito. Quando è arrivato in Italia, nel suo ultimo tentativo, un mese e mezzo fa, ha detto alla famiglia di aver lavorato nella raccolta delle olive, secondo quanto riferito dal fratello. Mercoledì 28, Ibrahim ha informato la famiglia del suo arrivo in Francia per trovare lavoro. Il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di primo grado di Tunisi, Mohsen El-Daly, ha affermato che Ibrahim “non è classificato come terrorista presso le Autorità tunisine e ha lasciato il Paese illegalmente il 14 settembre. Ha precedenti penali per atti di violenza e droga”. Il triste elenco riportato sopra, non è solo sufficiente a dare un’idea della ferocia e della frequenza degli accadimenti, ma è fuori da ogni verosimiglianza. Unica obbligatoria certezza, ormai, può e deve essere la pena, ovviamente per chi è sopravvissuto al proprio atto di virtuosismo terroristico. Naturalmente, si sono succeduti i commenti di condanna e cordoglio internazionali nei confronti della Francia a proposito dell’attacco a Nizza. A solo scopo esemplificativo, ne riportiamo alcuni:

Arabia Saudita

Il Ministero degli Affari esteri saudita ha espresso, in un comunicato, “la ferma condanna del Regno dell’Arabia Saudita per l’attacco terroristico”. Ha affermato inoltre “Il rifiuto categorico da parte del Regno di tali atti estremistici, che sono incoerenti con tutte le religioni, credenze umane e senso comune dell’umanità”.

Federazione Russa

Il Cremlino ha commentato i successivi attacchi in Francia, dicendo: “È inaccettabile uccidere persone, ma è anche sbagliato offendere i sentimenti religiosi”.

Il Vaticano

Papa Francesco ha pregato per le vittime, aggiungendo che “il terrorismo e la violenza non possono mai essere tollerati”. “L’attacco di oggi ha seminato la morte in un luogo di amore e conforto. Il Papa è consapevole della situazione ed è in contatto con la comunità cattolica in lutto”, ha detto il portavoce vaticano Matteo Bruni. Il Sommo Pontefice ha esortato il popolo francese a “stare insieme per affrontare il male con il bene”.

Al-Azhar

Al-Azhar e il suo Grande Imam, lo shaykh Ahmed El-Tayeb, hanno condannato fermamente l’attacco di Nizza e hanno affermato, in una dichiarazione, che “non c’è in alcun modo una giustificazione per quegli atti terroristici riprovevoli che contraddicono gli insegnamenti tolleranti dell’Islam e di tutte le religioni divine, chiedendo la necessità di lavorare per affrontare tutti gli atti di violenza, estremismo, odio e intolleranza”. La dichiarazione ha sottolineato che “Al-Azhar, mentre condanna e denuncia questo abominevole incidente terroristico, mette in guardia contro la crescente retorica di violenza e odio, chiedendo il primato della voce della saggezza e della ragione e dell’impegno alla responsabilità sociale, specialmente quando si tratta delle convinzioni e delle anime degli altri”.

La Conferenza Episcopale Francese

La Conferenza Episcopale Francese ha considerato l’attacco un atto “indescrivibile” e ha espresso la speranza che “i Cristiani non diventino bersaglio di omicidi”. Padre Hugh de Wollemon, portavoce della Conferenza ha continuato dicendo: “Siamo rimasti molto scioccati da questo tipo di atto indicibile” … “C’è un urgente bisogno di combattere questa piaga che è il terrorismo, con la stessa urgenza di costruire la fratellanza nel nostro Paese in modo tangibile”.

Unione europea

I leader dell’Unione europea hanno espresso la loro solidarietà alla Francia e si sono impegnati a confrontarsi con “coloro che cercano di incitare e diffondere l’odio”. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha scritto in un tweet: “Condanno l’odioso e brutale attacco che ha avuto luogo a Nizza e sono con la Francia con tutto il cuore” …”Sono solidale con le vittime di questo atto odioso. L’intera Europa è solidale con la Francia. Rimarremo uniti e risoluti di fronte alla barbarie e al fanatismo”. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha invitato gli Europei a “unirsi contro la violenza e contro coloro che cercano di incitare e diffondere l’odio”… “Sono profondamente scioccato e rattristato dalla notizia del terribile attentato di Nizza. Sentiamo tutti questo dolore in Europa”. Inoltre, giovedì 29 ottobre, i Leader dell’Unione europea hanno condannato l’attacco e hanno esortato il mondo a “lavorare per il dialogo e il raggiungimento della comprensione tra società e religioni invece che per la divisione”.

Germania

Da parte sua, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha confermato che la Germania è stata al fianco della Francia dopo l’attacco “brutale”. “Sono molto scioccata dalle brutali uccisioni nella chiesa di Nizza. I miei pensieri sono con i parenti dei morti e dei feriti. La Germania è con la Francia in questo momento difficile”.

Spagna

Il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez ha dichiarato: “Continuiamo a difendere la libertà, i nostri valori democratici, la pace e la sicurezza dei nostri cittadini. Siamo contro il terrorismo e l’odio”.

Italia

Il premier italiano Giuseppe Conte ha condannato l’”atroce attentato”, sottolineando che “non minerà il fronte unico in difesa dei valori di libertà e pace”… Le nostre convinzioni sono più forti del fanatismo, dell’odio e del terrorismo”.

Turchia

Giovedì, ha condannato fermamente il “brutale” attacco con il coltello che ha ucciso tre persone a Nizza, nel sud-est della Francia, mettendo da parte la grande tensione tra Ankara e Parigi, per esprimere la sua “solidarietà”. Il Ministero degli Esteri turco, in un comunicato, ha annunciato : “Condanniamo fermamente l’attacco avvenuto oggi all’interno della chiesa di Notre Dame a Nizza (…) e porgiamo le nostre condoglianze ai parenti delle vittime”.

Paesi Bassi

Da parte sua, il primo ministro olandese Mark Rutte ha detto al popolo francese: “Non siete soli”… “Diciamo ai Francesi che non sono soli nella guerra contro l’estremismo. I Paesi Bassi sono con loro”.

Gran Bretagna

Il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha sottolineato che il suo paese è saldamente accanto alla Francia. “Sono rimasto inorridito nel sentire la notizia proveniente da Nizza questa mattina su un brutale attacco alla cattedrale di Notre Dame”… “I nostri cuori sono rivolti alle vittime e alle loro famiglie, e il Regno Unito è saldamente con la Francia contro il terrorismo e l’intolleranza”.

Nazioni Unite

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha condannato l’”abominevole attentato” di Nizza, ribadendo “l’affermazione della solidarietà delle Nazioni Unite con il popolo e il governo della Francia”. L’Alto Rappresentante dell’”Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite”, Miguel-Angel Moratinos, ha chiesto il “rispetto reciproco per tutte le religioni e credenze”, denunciando allo stesso tempo il “brutale attacco” a Nizza.

Stati Uniti

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la sua solidarietà alla Francia e ha condannato inaccettabili “attacchi terroristici”.

Congresso Ebraico Europeo

Il Congresso Ebraico Europeo (CJE) ha detto di essere “sconvolto e oltraggiato” per l’attacco con il coltello che giovedì ha ucciso tre persone nella cattedrale di Nizza, denunciando “barbarie e malvagità”. “Siamo profondamente scioccati dalla barbarie e dal male assoluto incarnato da questi attacchi perpetrati contro i cittadini francesi e la Repubblica francese”, ha detto in un comunicato Moshe Kantor, presidente del CJE, un’istituzione laica con sede a Bruxelles che rappresenta la comunità ebraica europea.

“Gli attacchi contro il diritto fondamentale alla libertà di espressione, da una parte, e la tolleranza manifestata nei confronti dell’islamismo radicale dall’altra, costituiscono un sostegno morale a questi atti terroristici”, ha aggiunto Kantor, riferendosi anche alla recente decapitazione del professore francese Samuel Paty. “Avendo sperimentato le conseguenze di tali atti negli ultimi anni, le comunità ebraiche d’Europa sono in piena solidarietà con il presidente (francese) Emmanuel Macron e il popolo francese”, ha concluso Kantor.

Qualche osservazione fugace su alcune delle reazioni riportate sopra

Nella dichiarazione della Federazione Russa, si condanna l’uccisione, ma si ricorda che è un errore “offendere i sentimenti religiosi”.

Tale dichiarazione, non solo – al pari di altre – fornisce una implicita “giustificazione” degli attentati terroristici a movente politico-religioso, ma proviene da un Paese che può insegnare molto a molti, ma di certo non la tolleranza religiosa. Basterebbe fare due chiacchiere con gli Ortodossi russi, prelati e fedeli. Dunque, a nostro parere, è una dichiarazione di condanna degli omicidi, ma non certo di sostegno alla libertà di espressione.

La dichiarazione di Al-Azhar, somma Istituzione sunnita nel mondo islamico, ma anche covo di alcuni personaggi impresentabili, condanna “l’incidente terroristico”, ma “mette in guardia contro la crescente retorica di violenza e odio” contro i Musulmani.

Oltre al fatto che nessuno si permette di tirare in ballo i Musulmani tout-court, in quanto si tratterebbe di affermazioni prive di ogni fondamento e, queste sì, offensive di quasi due miliardi di persone, ma ribadiamo che questo Centro di Ricerca ha sempre distinto il “Musulmano”, dal “Radicalizzato”, dal “Terrorista”. Infatti, la somma “Musulmano” + “Radicalizzato” non è uguale a “Terrorista”. Crediamo sia bene ribadirlo sempre.

Continuando la nostra piccola disamina della reazione di Al-Azhar, va anche ricordato che, a seguito dell’attentato terroristico ai danni del Professor Samuel Paty, il Grande Imam della suddetta Istituzione – tra l’altro ospite frequente in Italia – lo shaykh Ahmed El-Tayeb, ha annunciato, mercoledì 28 ottobre, il lancio di una piattaforma multilingue, per presentare il Profeta dell’Islam. El-Tayyib ha anche chiesto l’adozione di una legislazione internazionale “che criminalizzi gli anti-musulmani”, rammaricato dal fatto che “insultare l’Islam sia diventato uno strumento per mobilitare voti e speculazioni nei mercati elettorali”, in riferimento alle dichiarazioni del Presidente Francese Emmanuel Macron sull'”isolazionismo islamico” nel suo Paese. El-Tayeb ha invitato la comunità internazionale ad “approvare una legislazione internazionale che introduca il delitto di “anti-islamismo” [in questo caso è doveroso specificare che il termine “islamismo” non corrisponde a quello invalso in Italia, bensì all’essere musulmano in generale, N.d.R.].

In un comunicato pubblicato sulla sua pagina Facebook, l’Accademia di Ricerca Islamica di Al-Azhar condanna qualunque rappresentazione “grafica” offensiva del Profeta e dell’Islam, e ha denunciato le recenti dichiarazioni rilasciate dal Presidente Francese, Emmanuel Macron, “in cui l’Islam è stato accusato di false accuse, che nulla hanno a che fare con il vero Islam, la cui legge [Shari’a] richiede tolleranza e pace tra tutti gli esseri umani, anche quelli che non ci credono”. È stato sottolineato che “tali dichiarazioni razzistiche infiammerebbero i sentimenti di due miliardi di musulmani che seguono questa vera religione”.

El-Tayeb ha sottolineato che il discorso di Macron “supporta l’incitamento all’odio e porta il mondo in una direzione che condannerà al fallimento i continui tentativi di raggiungere, in questo mondo, una società che promuova la convivenza tra i suoi figli ed elimini la discriminazione e il razzismo”.

Macron aveva detto, il 2 ottobre, che la Francia avrebbe dovuto “affrontare l’isolazionismo islamico” che cerca di “stabilire un sistema parallelo” e “negare la Repubblica”. Ha continuato dicendo: “In quella tendenza islamica radicale (…) c’è una dichiarata determinazione a sostituire una struttura sistematica, per aggirare le leggi della Repubblica e stabilire un sistema parallelo, basato su valori diversi, e sviluppare un diverso assetto della società, considerando che l’Islam è una religione che oggi sta attraversando una crisi in tutto il mondo”.

Se, da un lato, risulta chiara l’infondatezza di quanto affermato da Al-Azhar e dal suo capo, El-Tayeb, riguardo la condanna dell’Islam in quanto religione, visto che – anche nelle espressioni più infelici, salvo eccezioni derivanti da razzismo o islamofobia o, ancora peggio, da scopi politici – non si parla mai di terroristi di religione islamica, ma di terroristi estremisti islamici, di islamisti etc… (anche se noi aggiungeremmo volentieri al lemma “terrorista” una specificazione inequivocabile che è “di matrice politico-islamica”); dall’altro lato, chi conosce bene la “Shari’a”, dunque il Corano, la Sunna e gli Hadith, è pienamente in grado di distinguere obblighi pacifici da alcuni non proprio pacifici.

Quindi l’affermazione, ad esempio, che la Shari’a imporrebbe a tutti gli esseri umani la tolleranza e la pace, anche tra in non credenti, è vera solo in parte, in quanto, a seconda delle fonti consultate, anche il solo Corano, questo argomento non è trattato in maniera univoca. Pur confermando senza alcun dubbio la differenza tra un Musulmano e un terrorista, si potrebbe ricordare ad El-Tayeb – a solo scopo polemico – che in un Hadith, ritenuto universalmente attendibile e riportato da tutti i più grandi Tradizionisti (Al-Bukhari, Muslim etc.), si legge “Chi (s)cambia la propria religione [ovvero l’Islam, N.d.T.], venga ucciso”.

Non v’è dubbio che nessun musulmano farebbe una cosa del genere, tuttavia è pur vero che un messaggio di questo tipo può essere manipolato da capi terroristi politico-religiosi a scopo di istigazione o anche peggio.

Quanto alla Turchia, anch’essa ha fatto la sua bella dichiarazione di condanna, tacendo la campagna feroce che l’Imperatore Neo-ottomano Erdoǧan ha scatenato contro Macron, la Francia e, per estensione, all’Occidente.

L’Imperatore Neo-ottomano Recep Tayyip Erdoǧan, nonché difensore autoproclamatosi dell’Islam sunnita e, non per ultimo, leader dei Fratelli Musulmani, ha lanciato il boicottaggio dei prodotti francesi dopo che Emmanuel Macron ha difeso la libertà di fare la caricatura del Profeta Muhammad. Ciò spingerà la Turchia ancora più lontano dall’Unione europea, anche perché gli accordi dell’UE con la Turchia prevedono il libero scambio di merci. Gli obblighi bilaterali, che la Turchia si è impegnata a rispettare in virtù di questi accordi, devono essere pienamente rispettati. Gli inviti a boicottare i prodotti di qualsiasi Stato membro sono contrari allo spirito di questi obblighi, ricordando che l’UE e la Turchia sono vincolate da un accordo di unione doganale entrato in vigore il 31 dicembre del 1995.

Lunedì scorso, il succitato Imperatore ha pronunciato le seguenti parole da Ankara: “Mi rivolgo alla mia Nazione da qui: soprattutto ignorate i marchi francesi, non comprateli”.

Come se non bastasse, l’Imperatore ha anche paragonato il trattamento riservato ai musulmani in Europa a quello degli ebrei prima della seconda guerra mondiale, accusando alcuni leader europei di fascismo e nazismo: “Una campagna di linciaggio simile a quella contro gli ebrei d’Europa prima della seconda guerra mondiale sta per essere sferrata contro i musulmani”.

Infine, ha invitato i funzionari europei a porre fine a quella che ha descritto come una campagna di odio contro i musulmani, guidata dalla sua controparte francese.

Anche il Qatar, il Kuwayt e la Giordania si sono unite al boicottaggio.

Si ricorda, inoltre, che in Arabia Saudita è in corso un boicottaggio dei prodotti turchi in quanto “I Turchi, con i soldi sauditi, portano la guerra nel Regno dell’Arabia Saudita”.

L’escalation tra Francia e Turchia rischia di allargarsi non solo a tutta l’Europa, ma visti gli scenari internazionali in cui sono impegnati entrambi i Paesi, di far degenerare anche precari equilibri raggiunti.

Con l’Impero Ottomano, non ha senso appellarsi alla ragionevolezza. Erdoǧan dimostra, settimana dopo settimana, di non essere disposto a rinunciare alle sue ambizioni imperiali in quello che considera l’entroterra naturale della Turchia, quello dell’Impero Ottomano, come dimostra il suo crescente coinvolgimento, dall’Azerbajan alla Libia, attraverso la Siria e Cipro. L’Imperatore ha saputo approfittare del ritiro diplomatico e militare americano, per “invadere” il Mediterraneo, trasformandolo in una polveriera.

Concludendo questa breve analisi della dichiarazione turca, ci si chiede perché un Paese come la Turchia – in taluni scenari alleato di ferro di Mosca e sempre più nemico dell’Europa – debba ancora far parte del Patto Atlantico.

Quanto alla reazione del “Congresso Ebraico Europeo”, che recita, per bocca di Kantor: “Gli attacchi contro il diritto fondamentale alla libertà di espressione, da una parte, e la tolleranza manifestata nei confronti dell’islamismo radicale dall’altra, costituiscono un sostegno morale a questi atti terroristici”, ci sembra privo di fondamento e fatto unicamente Ad usum Delphini.

Il nostro Centro di Ricerca ha sempre dichiarato – ma soprattutto dimostrato – di essere un osservatorio imparziale rispetto alle analisi che produce. Ciò non perché non riceve finanziamenti da nessuno, ma perché è composto da un Direttore e di uno staff che antepongono l’onestà intellettuale a qualunque altra cosa.

Tale precisazione ci sembra doverosa, in quanto criticare alcune scelte “ebraiche” può essere molto “seccante”.

Sinceramente, non ci sentiamo di condividere l’affermazione sopra riportata e virgolettata secondo la quale ci sarebbe tolleranza verso l’Islamismo radicale,che costituirebbe,addirittura, un “sostegno morale a questi atti terroristici”.

Indipendentemente da ogni considerazione di qualsivoglia tipo, crediamo che una tale affermazione costituisca un gravissimo J’accuse nei confronti di tutte gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine, che oltre a svolgere un lavoro esemplare, sacrificano la propria vita per proteggerci da ogni terrorismo (e non solo)!

Una reazione interessante proviene daI Presidente del “Consiglio Francese del Culto Musulmano”, Mohammed Moussaoui.

Invito i Musulmani di Francia, in segno di lutto e solidarietà con i nostri compatrioti che sono vittime di questo atto abietto, a cancellare tutte le festività della festa del Mawlid (nascita del Profeta dell’Islam, prevista questo venerdì, sabato e domenica, n.d.r.)”, dopo l’attacco con il coltello alla basilica di Nizza, che ha fatto registrare tre decessi giovedì 29 ottobre. “Stasera chiamerò anche per chiudere i luoghi di culto, nel caso in cui ieri il Ministro dell’Interno avesse deciso di lasciare che musulmani e cattolici celebrassero le loro due feste e di iniziare la reclusione da lunedì”. “Esprimo tutta la mia solidarietà alla comunità cattolica in Francia che si preparava a celebrare il giorno di Ognissanti. Questi atti sono un affronto alla nostra fede e alla nostra religione, dobbiamo denunciarli con forza”.

Questa è una sintesi delle dichiarazioni di Mohammed Moussawi. Nulla da eccepire. La cosa che dovrebbe far indignare tutti gli Italiani, di ogni religione, è che in Italia non c’è mai stata e, forse, mai ci sarà, una condanna così netta e una solidarietà così trasparente con i Cristiani e la Repubblica.

Queste righe, purtroppo, non si chiudono con un augurio al ritorno alla ragione, in quanto – proprio mentre le scriviamo – ci troviamo costretti ad aggiungere, alla già smisurata sequenza di attentati terroristici citati sopra, un attentato perpetrato proprio oggi, 31 ottobre, ancora una volta in Francia.

Nel settimo Arrondissement della città francese di Lione, intorno alle 16:00, all’entrata posteriore della chiesa armena-ortodossa – piccola e quasi sempre chiusa, tranne il sabato e la domenica -, un Frate armeno-ortodosso di nazionalità greca è stato colpito da due colpi di fucile da caccia ed ora si trova in condizioni critiche. L’attentatore si è dato alla fuga.

Tutto ciò si è svolto dopo che Macron aveva dichiarato, proprio oggi, sia in patria che in una trasmissione diffusa dal canale satellitare Al-Jazira, di comprendere che la pubblicazione di caricature che ritraggono il Profeta Muhammad possono urtare alcune persone, ma non ci può essere giustificazione per atti di violenza. Ha aggiunto di non aver mai appoggiato la pubblicazione di caricature che i Musulmani ritengano oltraggiose, ma ha difeso il diritto di libertà di espressione.

Queste dichiarazioni di Macron ci fanno venire in mente un parziale “dietro-front” rispetto alla risolutezza assoluta dei discorsi dei giorni precedenti.

Rivolgiamo un accorato appello ai giornalisti di tutto il mondo, ai pensatori e ai politici, affinchè si astengano, comunque e dovunque, dal diffondere messaggi (peggio ancora, vignette e descrizioni non documentate a sufficienza) offensivi, anche solo potenzialmente, delle libertà civili, politiche e religiose di ciascuno di noi.

Ricordiamo che la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero, conquiste di civiltà e massima rappresentazione della democrazia, incontrano però il limite – così come ogni diritto fondamentale dell’individuo – del rispetto dell’ordine pubblico, del buon costume, dell’ordinato svolgimento della vita di ogni Popolo, della sicurezza delle Nazioni.

Non si possono accettare MAI violenze e odii, anche quelle verbali.

Il Coordinamento di CRST