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settembre 29, 2017

IPOTESI DI GRUPPI ESTREMISTI ISLAMICI NEI PAESI LATINO AMERICANI

di Maria Grazia Labellarte

 

I paesi dell’America Latina costituiscono un’area a maggioranza cristiana ove difficilmente il Califfato dello Stato Islamico potrebbe riuscire a conquistare una presenza importante. Sebbene al primo impatto gli attacchi di Parigi dello scorso anno e quelli del 2016 a Bruxelles sono stati vissuti come eventi accaduti in paesi sufficientemente lontani, attualmente la distanza non viene più percepita come un’arma sufficiente a debellarli. Un esempio lo offre il Brasile che ha rafforzato la sicurezza per i prossimi giochi olimpici di Agosto, anche se la grave crisi economica e politica del paese ha causato la riduzione del budget della stessa. Anche in Argentina   gli attacchi di Parigi del 2015 hanno generato una certa preoccupazione. A fine dello stesso anno, sia i centri commerciali che le varie multinazionali hanno adottato misure di prevenzione e tre falsi allarmi bomba hanno portato, persino, all’ evacuazione del Congresso e di altre strutture governative. L’Argentina è l’unico paese latinoamericano che ha già subito due attacchi da parte di “gruppi estremisti islamici”, uno contro l’ambasciata israeliana nel 1992 e il secondo contro il centro ebraico AMIA nel 1994, a Buenos Aires. Nel 2013, il figlio del presidente del Suriname è stato condannato negli Stati Uniti per traffico di droga e finanziamento ad una rete del partito politico libanese “Hezbollah” nei Caraibi; nel 2014, la polizia brasiliana ha elaborato un dossier che prevedrebbe un rapporto tra il partito politico libanese e l’organizzazione del primo Ordine della Capitale (PCC), un’organizzazione criminale e terroristica; A Montevideo e nel mese di ottobre dello stesso 2014, un membro del partito politico di Hezbollah è stato arrestato e condannato a Lima per possesso di esplosivi.

Premesso che a causa dell’inesistenza di una unica definizione internazionale di Terrorismo, Hezbollah ritrova la sua dimensione di organizzazione terroristica solo in talune liste, accordate da taluni paesi mentre per altri resta un mero partito politico, si analizza che quest’ ultima organizzazione nell’area latinoamericana, ad esempio, è fortemente sostenuta dall’Iran e sponsorizzata in principal modo dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela. Riterrei questa una vera scelta di strategia, in quanto questo continente offre un buon riparo alla corruzione per la fragilità dei controlli che lo amministrano. Ne è un perfetto esempio la Tri-Border Area (TBA) del Sud (geograficamente inquadrabile nei confini tra Brasile, Paraguay e Argentina) che risulterebbe da diversi anni, un potenziale rifugio sicuro e terreno fertile per i terroristi. La regione per le caratteristiche geografiche, il tipo di società e l’economia ha contribuito ad alimentare le ipotesi di cui sopra. Le sue caratteristiche geopolitiche la caratterizzano come una zona di frontiera “senza legge” e anche come una zona di facile transito che fornirebbe l’accesso ai mercati urbani e alla zona della giungla circostante. Logisticamente importanti sono i suoi centri urbani, come ad esempio, Ciudad del Este ove sono già riscontrabili i collegamenti tra le comunità musulmane arabe e gruppi radicali islamici. Inoltre, la sua zona economica libera e le sue fiorenti attività illecite risulterebbero come plausibili fonti per il riciclaggio di denaro e di raccolta fondi a sostegno dei gruppi terroristici. Queste sarebbero le condizioni peculiari sfruttate sia dalle rivolte politiche che dai gruppi sopracitati, che si stabilizzerebbero in territori poco integrati, poco regolati e poco controllati. Inoltre, la costante attività di aree di confine creerebbe diversi ambiti in cui criminali e terroristi potrebbero mescolarsi a uomini d’affari, tra i residenti locali, le autorità di governo e turisti.

Queste premesse stimolerebbero anche la corruzione e una maggiore domanda di beni di contrabbando e documenti illegali. Anche se è doveroso ammettere che negli ultimi anni tutti i tre paesi confinanti della TBA hanno compiuto enormi sforzi per cercare di regolarizzare l’aerea. Purtroppo, il terreno faciliterebbe il traffico di droga, come anche le ampie e impenetrabili giungle permetterebbero ai gruppi di nascondere le basi, campi di addestramento, piantagioni, laboratori e piste di atterraggio clandestine. Un esempio sarebbe il fiume Paraná, utilizzato regolarmente per il traffico illecito. Lo sviluppo dei centri urbani è un altro fattore che renderebbe la TBA una base operativa potenziale per i terroristi. Facile in questi territori risulterebbe l’accesso alle telecomunicazioni, alle tecnologie avanzate, ai trasporti, ai servizi bancari, e alle armi. Inoltre i legami tra emigranti e la loro madrepatria creerebbero una rete di contatti sfruttabili per compiere gli illeciti e difficile da controllare. Nella TBA, ad esempio, le comunità arabe e musulmane di origine libanese spesso mantengono un contatto molto forte e costante con la loro terra d’origine. In alcuni casi si evidenzia il trasferimento di fondi e di riciclaggio di denaro in favore delle organizzazioni islamiche in Medio Oriente.

 

per scaricare il pdf: Ipotesi di Gruppi estremisti islamici nei paesi latino americani