Siamo lieti di condividere con voi che l’evento del 17 febbraio 2020 è stato ripreso da tutte le principali agenzie di stampa nazionali.
Di seguito il documento di sintesi
Siamo lieti di condividere con voi che l’evento del 17 febbraio 2020 è stato ripreso da tutte le principali agenzie di stampa nazionali.
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La tavola rotonda di ieri presso la Camera dei Deputati, che ha coinvolto numerosi professionisti grazie alla presenza di diversi relatori che svolgono funzioni di “macchina della giustizia”, si è riflettuto molto sulla Legislazione antimafia.
Al riguardo vorrei solo aggiungere poche righe sul tema: si è parlato tanto dei beni confiscati alla criminalità organizzata ovvero come è stato detto alle cosiddette “mafie agricole” in ambito nazionale soprattutto, come ha giustamente precisato il prefetto, ma va aggiunto anche il contesto da confiscare a Cosanostra in territorio estero, perché secondo me è un altro interrogativo da monitorare. Infatti l’esigenza di facilitare, ai fini investigativi e giudiziari, l’individuazione al di là dei confini
nazionali, dei proventi e dei beni aggredibili sul fronte patrimoniale è stata progressivamente avvertita sia a livello europeo che nei trattati e nelle convenzioni internazionali sul tema (es.
Convenzione di Strasburgo sul riciclaggio del 1990, Convenzione di Palermo del 2000). Brevemente illustro i vantaggi operativi derivanti dall’istituzione di “Asset Recovery Office” (c.d. ARO) definiti anche “uffici nazionali per il recupero dei beni” attivi in ogni Stato Membro e che sono stati previsti dal Legislatore Comunitario fin dal 2007. Per l’Italia, l’Ufficio Nazionale ARO è stato attivato in seno al Servizio per la Cooperazione Internazionale del Ministero dell’Interno a composizione interforze. In breve, la cooperazione tra gli Uffici di “Asset Recovery Office” ha lo scopo di rafforzare, intensificare e rendere speditivo lo scambio di informazioni nella fase investigativa, tra gli organi
di polizia dei diversi Paesi europei, al fine di ricercare, individuare e localizzare i beni che potranno essere oggetto di congelamento, sequestro o confisca, da parte dell’Autorità giudiziaria, nel corso di
un procedimento “penale”, “civile” o “di prevenzione”.
Analoga collaborazione viene garantita anche nella fase di esecuzione dei provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria, rendendo effettiva l’apprensione dei beni allocati in un altro Stato Membro. In estrema sintesi, il network degli uffici ARO rappresenta un valore aggiunto e un prezioso
strumento di ausilio e di completamento delle indagini di carattere patrimoniale per pervenire con interventi sempre più sistematici e tempestivi all’aggressione dei beni riconducibili alla criminalità
organizzata ovunque allocati nel territorio comunitario. Avviandomi alla conclusione vorrei porre l’accento: sul fatto che le mafie oggi vanno combattute sul versante patrimoniale per impedire
l’inquinamento dell’economia legale; sulla centralità degli accertamenti patrimoniali che richiedono l’impiego di investigatori con specifico know how in materia economico/finanziaria e di tecnologie d’avanguardia; sull’esigenza investigativa di oltrepassare i confini nazionali per ricercare le ricchezze e gli investimenti della criminalità organizzata e, di conseguenza, il ruolo chiave che ha assunto la cooperazione internazionale di polizia giudiziaria.